domenica 1 giugno 2008

venerique pupa nota negata est


































Il 10 maggio del 1889, durante i lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia, viene alla luce un sarcofago contenente il corpo di una fanciulla di 18 anni. Sul sarcofago, risalente al 170 d.C., un'iscrizione che indica il nome della fanciulla: Crepereia Tryphaena. La cassa del sarcofago, che presenta alcuni elementi tipici dell'età Antoniniana, orienta la datazione negli anni intorno al 170 d.C.
Tolto il coperchio, i presenti non poterono che rimanere stupiti dall'immagine che gli si presentò davanti agli occhi. All'interno del sarcofago, che era colmo d’acqua, per uno strano caso i bulbi di una pianta acquatica, che produce lunghissimi filamenti color d'ebano, avevano messo le loro radici sul cranio, creando una scena di malinconica e trascinante forza evocativa. Oltre ad una bambola pregiata, accanto alla fanciulla, rinvennero anche preziosi monili in oro, argento e pietre preziose, una corona di mirto con un fermaglio d’argento al centro, a testimonianza che la defunta apparteneva ad una famiglia aristocratica. Infilati nelle falangi superiori dell'anulare e del mignolo della mano sinistra di Crepereia tre anelli, di particolare interesse. In uno di essi è inciso un nome: Filetus. La bambola, alta venti centimetri, è in avorio, ha gli occhi grandi, con iride e pupilla dipinti plasticamente, i lobi forati ed un’acconciatura complessa, molto in voga nel II sec.d.C (i capelli raccolti in trecce e poi girati intorno al capo). Le braccia si raccordano al corpo mediante imperniatura, mentre le gambe si innestano negli appositi alloggiamenti, incavati all'interno del bacino, grazie ad un accurato sistema ad incastro fissato con perni; lo stesso collegamento rende possibile l'articolazione del gomito e del ginocchio.
l 6 febbraio del 1964, in Via Cassia, a Roma in un cantiere edile, a 5 m di profondità, si scopre il corpo imbalsamato di una bambina di 8 anni, collocato in un sarcofago. Il corpo della piccola viene portato come un qualsiasi cadavere da identificare, all'Istituto di Medicina Legale dell'Universita' di Roma. Ma condotto l'esame necroscopico il Dott. Gerin, all'epoca direttore dell'Istituto, constata che si tratta di un corpo imbalsamato tra il 150 e il 200 d.C. E' da qui nasce lo sconcerto degli esperti: mummificare i defunti non era consuetudine del popolo romano.L'ipotesi più accreditata ritiene che la bambina sia morta in Egitto e sia poi stata trasferita a Roma.
Ma dopo un periodo di scalpore, sul ritrovamento cade il silenzio. Accanto alla piccola, alcuni rari gioielli di splendida fattura ed una bambola d'avorio. Forse per continuare il gioco interrotto? E probabile.
Il 19 marzo 1993 a Vallerano, lungo la Via Laurentina, viene trovato lo scheletro di una fanciulla di 16 anni in un sarcofago, privo di iscrizioni. La mancanza di iscrizione induce a pensare che si tratti di una schiava, ma una volta aperto viene trovato un prezioso corredo funebre degno di una nobile. Purtroppo non si può collocare storicamente la defunta, ma si può solo ammirarne il volto ricostruito al computer. Anche questa volta la fanciulla è accompagnata da una bambola, con caratteristiche molto simili a quelle precedentemente rinvenute. Una fanciulla in miniatura ferma nell'ora piu' vaga della vita: quella dell'attesa.

queste le ho fotografate qui

http://www.comune.ra.it/pagine/index.php?t=eventi&ref=0&id=1664









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